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Biografia
Giuseppe Lorizio, nato a Poggio Imperiale (Foggia) il 13 nov. 1952, ordinato presbitero il 12 sett. 1976, incardinato nella diocesi di Roma dal 1984, si è specializzato in Teologia fondamentale nel 1980 presso la Pontificia Università Gregoriana, dove ha completato gli studi teologici conseguendo, nel 1988, il Dottorato di ricerca con un lavoro sulla Teodicea di Antonio Rosmini, cui è stato assegnato il premio "Emilio Chiocchetti" dall'Istituto Trentino di Cultura. Ha conseguito inoltre la Licenza in Filosofia (specializzazione storica) presso la Pontificia Università Lateranense. Dal 1981 al 2003 ha insegnato storia della filosofia e metodologia presso la Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale (sez. san Luigi), scolasticato della Compagnia di Gesù, Napoli. Presso tale istituzione ha anche svolto il ruolo di vice-direttore della rivista Rassegna di Teologia. Attualmente è professore ordinario di Teologia fondamentale nella Facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense. Ha insegnato tale disciplina anche nell'Istituto Superiore di Scienze Religiose "Ecclesia Mater", di cui è stato Preside dal 2003 al 2010. Dal 2001 al 2013 ha diretto l'area internazionale di ricerca su problemi di teologia fondamentale in prospettiva ecumenica presso la Pontificia Università Lateranense. È membro del Comitato scientifico della Rivista rosminiana di filosofia e di cultura, dei simposi rosminiani, della rivista Studium e della rivista Lateranum, che ha diretto dal 2005 al 2010 e di cui è di nuovo direttore dal gennaio 2015 per il prossimo quinquennio. È stato per un decennio membro del Comitato nazionale per gli studi superiori di Teologia e di Scienze Religiose della Conferenza Episcopale Italiana. L'intrecciarsi e il rincorrersi della ricerca filosofica e del sapere della fede costituiscono l'orizzonte della sua esperienza di ricerca, espressa in numerosi lavori. In questa prospettiva da anni è impegnato nello studio della genesi del pensiero rosminiano.
Corsi del Docente
Alla luce dell’indicazione di Fides et ratio 15, secondo cui “la Rivelazione è la vera stella di orientamento per l’uomo
che avanza tra i condizionamenti della mentalità immanentistica e le strettoie di una logica tecnocratica: è l’ultima
possibilità che viene offerta da Dio per ritrovare in pienezza il progetto originario di amore, iniziato con la
creazione”, il corso si propone di:
a) indagare la crisi epocale che segna il passaggio dal “moderno” al “postmoderno”, segnalando alcune figure
caratterizzanti l’attuale momento filosofico-teologico;
b) vagliare criticamente il “ritorno al sacro” per un suo autentico discernimento in rapporto alla nuova
evangelizzazione;
c) mostrare la credibilità della Rivelazione cristiana nell’attuale contesto culturale e filosofico.
Bibliografia
G. LORIZIO, Rivelazione cristiana, modernità, postmodernità, San Paolo, Cinisello Balsamo 1999.
Ponendoci nell’ambito propriamente teologico-fondamentale articoleremo il percorso secondo le tre accezioni
dell’espressione Dei Verbum o Verbum Domini, procedendo da un senso più ampio a significazioni più
specifiche e per certo verso peculiari della stessa.
1. In primo luogo – e in senso più generale – Parola di Dio è la Rivelazione stessa nelle sue dimensioni
costitutive sopra enunciate;
2. in seconda istanza il termine rappresenta un modo particolare di rivelarsi di Dio rispetto agli eventi (e qui si
situa l’espressione di DV 2 gestis verbisque);
3. infine Parola di Dio è l’attestazione scritta della Rivelazione ovvero le Scritture dell’Antico e del Nuovo
Testamento.
Bibliografia
Oltre i documenti del Magistero concernenti il tema, di cui si consiglia la versione latina, si
utilizzeranno:
G. LORIZIO, Le frontiere dell’Amore. Saggi di teologia fondamentale, LUP, Roma 2009.
Il secondo momento di questo percorso, che prosegue la riflessione avviata lo scorso anno, prevede la lettura/interpretazione, in chiave teologica, di alcune espressioni del genere fantasy sia letterarie che cinematografiche. In particolare si rivolgerà attenzione a La storia infinita, Il signore degli anelli, Harry Potter, Le cronache di Narnia, Il trono di spade, tentando una risposta alla duplice domanda: 1) quali elementi della rivelazione ebraico-cristiana hanno influenzato queste produzioni? 2) in che modo esse interpellano la teologia attuale?
In particolare si porranno in rilievo la dimensione soteriologica, quella cristologico-messianica e quella antropologica richiamate dai testi presi in esame, con particolare attenzione al linguaggio (mitico, narrativo e immaginifico) che in esse si esprime.
Bibliografia
Per la bibliografia, oltre quanto indicato nel corso dello scorso anno, si propone, come lettura paradigmatica:
P. Curry, Tolkien, mito e modernità. In difesa della terra di mezzo, Bompiani, Milano 2018.
La prima parte del corso (G. Lorizio) affronta, a livello contestuale, la critica all’umanesimo, anzi ad ogni umanesimo, così come nasce e si sviluppa intorno alla presupposta attribuzione di un’idea necessariamente fissista al sintagma “natura umana”, senza in alcun modo tener conto di una visione personologica della stessa, capace di declinare in termini dinamici l’antropologia (e naturalmente l’ontologia). Altro presupposto, questa volta esplicito di questa teoria è quello secondo cui la critica all’umanesimo emerga da un’autarchica concezione dell’uomo, di cui esso è portatore e da cui prende spunto e si sviluppa ogni antropocentrismo. Di qui la necessità, attraverso adeguati processi di “ibridazione” di rompere il guscio di questa autoreferenzialità in modo che il postumano venga a costituirsi dalla compenetrazione di umano e non-umano (= animale o macchina o elementi chimici ecc.). Rileviamo come possa risultare condivisibile una critica dell'antropocentrismo autarchico, così come, a partire dalla modernità che ovviamente ha le sue radici nell’umanesimo, si è coltivato nel pensiero e nel vissuto dell’Occidente. E tuttavia ci sembra quantomeno riduttivo sostenere che l’alterità per l’uomo sia data dalla macchina o dall’animale o dalla chimica o dal cyberspazio, tutti aspetti immanentistici dell’alterità, laddove il vero problema risiede nella capacità di abitare e pensare la trascendenza, in senso non solo antropologico, bensì ontologico e metafisico.
Bibliografia
Aa. Vv., Il prisma dell’umano all’incrocio dei saperi, LUP, Roma 2015.
La seconda parte del corso (L. Žák) presenterà la riflessione sulla persona e la cultura, sviluppata nella seconda metà dell’800 e nei primi decenni del ’900 dai filosofi e teologi ortodossi russi di ispirazione slavofila/schellinghiana, convinti dell’urgenza del dialogo tra il cristianesimo ortodosso e la modernità. Sarà analizzata in particolare la concezione teologica della persona umana, elaborata da Pavel A. Florenskij, assieme alla sua originale teoria del nesso tra persona, culto e cultura.
Bibliografia
P.A. Florenskij, La colonna e il fondamento della Verità, San Paolo, Cinisello Balsamo 2010, 223-273 (il cap. 8: La Geenna).
P.A. Florenskij, La filosofia del culto, San Paolo, Cinisello Balsamo 20172, 116-160 (il cap. 2: Culto, religione e cultura).
P.A. Florenskij, Cristianesimo e cultura, in Id., Bellezza e Liturgia, Mondadori, Milano 2010, 49-62.
La parte sistematico-speculativa del corso (A. Schütz) intende dispiegare il potenziale concettuale di “persona”. Si prende spunto dall’intuizione di M. Buber che distingue tra dato oggettivo e presenza, combinandola con le
riflessioni di R. Spaemann che focalizza la differenza tra qualcosa e qualcuno. Il riferimento dialettico a quanto si distingue dalla persona umana, serve a chiarirne i lineamenti autentici e innegoziabili. In modo fenomenologico vengono presentati e analizzati temi come consapevolezza, coscienza, libertà, ragione, senso comune e dignità. La dimensione relazione della questione è approcciata con considerazioni antropologiche sull’imago Dei e sulla fides qua. Così emerge il profilo cristiano dell’homo humanus proprio a partire di una teologia della persona.
Bibliografia
A. Scola - G. Marengo - J. Prades López, La persona umana. Antropologia teologica, Jaca Book, Milano 2006.
R. Spaemann, Persone. Sulla differenza tra “qualcosa” e “qualcuno”, Editori Laterza, Roma-Bari 2007.
Materiale Docente
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