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Corsi del Docente
Titolo corso: La nozione di “persona” nel pensiero medievale
Obiettivi formativi
Riconoscere la struttura logica che si staglia sullo sfondo delle varie nozioni di “persona” esaminate, imparando a distinguere la matrice filosofica a cui ciascuna di esse può essere ricondotta. Cogliere il nesso che lega la nozione teorica di “persona” con l’agire pratico.
Contenuti
Il corso intende offrire una panoramica d’insieme delle principali tappe di sviluppo che la nozione di “persona” ha avuto dall’età tardo-antica alla fine del Medioevo sotto il profilo sia storico che teoretico. Sotto il profilo storico si partirà dall’esame del termine “persona” utilizzato dai Padri greci in relazione al dogma della Trinità, per indicare le tre “ipostasi” del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, per proseguire poi con lo studio di Agostino e mostrare come egli abbia effettuato un primo spostamento dell’accezione del termine dal piano divino a quello umano, definendo la persona come “la singolarità dell’uomo cosciente di sé e, come tale, immagine di Dio”, sulla base della stretta connessione da egli stabilita tra Persone divine e persona umana. Il passaggio all’acquisizione del termine in ambito filosofico avviene per il tramite di Boezio, che fornisce una definizione di “persona” quale “sostanza individuale di natura razionale”, costruita avvalendosi esclusivamente degli strumenti delle logica e utilizzata per contestare le eresie di Eutiche e Nestorio e confermare la verità del credo cristiano sull’Incarnazione. Si passerà poi ad illustrare la posizione assunta nel XII secolo da Riccardo di san Vittore il quale critica la definizione boeziana perché priva di riferimento alla categoria di relazione. Egli invece comprende la “persona” come un modo di esistere incomunicabile, unico e individuale che si realizza nell’amore, mentre assegna alla libertà il fondamento dell’essere persona. Particolare attenzione verrà posta allo studio di Tommaso d’Aquino che porta tale nozione ad un sensibile sviluppo. La “persona” per l’Aquinate è una natura intellettiva che esiste di per sé secondo un modo incomunicabile, laddove, essendo l’anima intellettiva l’unica forma sostanziale del composto umano, essa è anche ciò che fonda ontologicamente l’unità dell’uomo. Ma l’anima si individua solo nel corpo di cui è l’atto, pertanto, la persona è il risultato dell’individuazione essenziale dell’anima nella sua unione con il corpo, la quale avviene nell’agire concreto mediante l’esercizio della libertà. Il corso si concluderà con l’esame dell’originale posizione assunta da Duns Scoto, che ha dato un fecondo impulso allo sviluppo teoretico della nozione di “persona” definendola come ultima solitudo. Partendo dalla nozione di natura communis, che è propria di tutti gli individui appartenenti alla stessa specie, egli vede l’haecceitas quale ultima realtà positiva dell’ente, principio di individuazione in grado di costituire in concreto l’individuo nella sua singolarità esistenziale. Sotto il profilo teoretico, il corso si prefigge di chiarire contestualmente i nodi concettuali che si stagliano sullo sfondo delle differenti nozioni di “persona” esaminate, come quello dei rapporti anima-corpo, il problema degli universali, il principio di individuazione o il concetto di natura, come pure le inevitabili ricadute che tali concezioni hanno sul piano logico, metafisico, etico ed antropologico, in costante confronto con la nozione di “persona” quale si è venuta delineando in età contemporanea.
Metodi d’insegnamento
Lezione frontale, apprendimento partecipativo, attività di apprendimento attivo come dibattito, lettura di testi e domande.
Metodo d’esame
Prova orale
Bibliografia essenziale
C. Bianco, Ultima solitudo: la nascita del concetto moderno di persona in Duns Scoto, Franco Angeli, Milano 2017.
Ead., Incommunicabilis exsistentia: profili simbolico-politici della persona in Riccardo di San Vittore, Franco Angeli, Milano 2014.
U. Degl’Innocenti, Il problema della persona nel pensiero di S. Tommaso, Libreria editrice della Pontificia Università Lateranense, Roma 1967.
F. Housset, La vocation de la personne. L’Histoire du concept de personne de sa naissance augustinienne à sa redécouverte phénoménologique, Presses Universitaires de France, Paris 1997.
A. Milano, Persona in teologia, Edizioni Dehoniane, Roma 1996.
E. H. Wéber, La personne humaine au XIIIe siècle, Vrin Paris 1991.
Titolo corso: Le prove dell’esistenza di Dio nel Medioevo
Obiettivi formativi
Riconoscere la struttura logica delle prove dell’esistenza di Dio oggetto di studio e imparare a distinguere la matrice filosofica a cui ciascuna di esse può essere ricondotta.
Contenuti
Il corso si prefigge di fornire una panoramica d’insieme delle più importanti prove dell’esistenza di Dio formulate nel corso del Medioevo. Tale obiettivo verrà conseguito attraverso un duplice approccio: sotto il profilo storico, obiettivo del corso sarà illustrare le differenti prove offerte da autori quali Agostino, Boezio, Anselmo d’Aosta, Bonaventura da Bagnoregio, Tommaso d’Aquino, Johannes Eckhart, Giovanni Duns Scoto e Guglielmo d’Ockham; sotto il profilo teoretico, obiettivo del corso sarà evidenziare la diversità della struttura filosofica delle argomentazioni elaborate in favore dell’esistenza di Dio.
Metodi d’insegnamento
Lezione frontale, apprendimento partecipativo, attività di apprendimento attivo come dibattito, lettura di testi.
Metodo d’esame
Prova orale
Bibliografia essenziale
C. Fabro, Le prove dell’esistenza di Dio, La Scuola, Brescia 1989.
É. Gilson, Tre lezioni sul problema dell’esistenza di Dio, traduzione a cura di Carmine Matarazzo, Armando Editore, Roma 2013.
R.G. Timossi, Prove logiche dell'esistenza di Dio da Anselmo d'Aosta a Kurt Gödel: storia critica degli argomenti ontologici, Marietti, Genova-Milano 2005.
S. Vanni Rovighi, Il problema teologico come filosofia, a cura di Costante Marabelli, Eupress, Varese 2004.
Materiale Docente
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