Biografia
Nicola Ciola, presbitero della Diocesi di Roma, è Docente nella Facoltà di Teologia della PUL dal 1980. E' stato prima titolare della Cattedra di Teologia Trinitaria e dal 2000 Professore Ordinario di Cristologia, succedendo al prof. Marcello Bordoni. In Facoltà ha ricoperto gli incarichi di Vice-Decano (1994-2000) e poi Decano (2000-2006), di Segretario (1988-1999) e poi Direttore di Lateranum (1999-2004). E' stato nuovamente Decano della Facoltà di Teologia dal 2012 al 2018. Attualmente è coordinatore della Specializzazione in Cristologia.
Corsi del Docente
Il corso è scandito in cinque parti. 1. Nel primo momento si tratta dell’irresistibile attrattiva di Gesù di Nazaret verificata in vari ambiti: dalla letteratura, alla filosofia, dal mondo delle religioni, alla società multiculturale, nell’intento del ricercare l’autentico volto di Gesù di Nazaret. 2. Nel secondo momento si affronta il tema della cristologia sistematica e del suo metodo dove il profilo epistemologico della cristologia risulta essere la risultante di nessi virtuosi come quello di storia e fede; cristologia e rivelazione escatologica del nuovo volto di Dio-Trinità; cristologia in prospettiva universale: tra protologia, pneumatologia ed escatologia; cristologia e antropologia; unica mediazione cosmica e universale di Gesù Cristo e l’odierno dibattito intorno al pluralismo religioso. 3. Il terzo momento (Il Gesù storico agli inizi della cristologia) cerca di ricostruire, attraverso l’anamnesi ecclesiale, tutta la vicenda terrena di Gesù di Nazaret fino all’evento pasquale. 4. La quarta parte affronta il tema: il Crocifisso-Risorto annunziato dalla Chiesa con particolare riguardo alla prospettiva pasquale-escatologica, preesistente ed incarnata della Persona divina del Cristo. 5. Nella quinta parte si studiano gli sviluppi della cristologia tra epoca patristica, medievale e moderno-contemporanea. 6. La sesta parte fa emergere la proposta sistematica dove si riflette sulla Croce del Risorto come rivelazione dell’amore trinitario di Dio, liberazione e riconciliazione dell’uomo (cristologia e soteriologia), della risurrezione di Cristo come annuncio della parusia. Un posto particolare è riservato alla rilevanza storica e antropologica del mistero della preesistenza di Cristo e dell’incarnazione del Figlio di Dio, e infine al mistero della persona e della coscienza di Cristo.
Bibliografia
N. CIOLA, Gesù Cristo Figlio di Dio. I. Vicenda storica e sviluppi della tradizione ecclesiale, Borla, Roma 2012.
Il corso intende operare una ricerca di carattere ricognitivo circa il tema della salvezza cristiana che giunge a noi attraverso la Croce e Risurrezione di Gesù Cristo. Prevede un primo itinerario dove, attraverso alcuni passaggi, vengono messi in evidenza figura e compiti di una teologia soteriologica della Croce, pensata insieme ad una teologia della Risurrezione. La configurazione epistemologica del tema è mostrata attraverso i seguenti passaggi: 1. motivazioni che hanno permesso lo sviluppo della teologia della Croce, specialmente negli ultimi decenni; 2. importanza del coniugare insieme teologia della Croce con teologia della Risurrezione; 3. compiti della moderna riflessione sulla realtà della Croce-Risurrezione presentati nell’unità dell’evento pasquale. Si prevede poi un secondo itinerario di ricerca (momento ermeneutico) dove si studieranno i linguaggi soteriologici sia dal punto di vista scritturistico che nella tradizione ecclesiale fino ad oggi, per giungere ad una proposta di ri-espressione dei contenuti della fede in questa materia. In una terza sezione del corso vengono analizzati i risvolti, dal punto di vista sistematico, che i temi della Croce e Risurrezione comportano. Dopo aver riflettuto sulla Croce come compimento della missione profetica di Gesù e sconfitta del male, si metterà in rilievo come l’evento della Pasqua sia compimento e rivelazione dell’amore trinitario di Dio. La Trinità viene colta come la radice ontologica dell’auto-comunicazione di salvezza in Cristo Crocifisso-Risorto nello Spirito; risulterà così essere il fondamento degli eventi di Croce e Risurrezione. Coniugati nei linguaggi e nelle culture antiche e moderne essi evocano problemi speculativi di prima grandezza: ‘passibilità e sofferenza’ di Dio, ‘immutabilità/mutabilità’ di Dio, rapporto Assoluto-storia, unica mediazione salvifica/pluralismo soteriologico.
Bibliografia
N. CIOLA, Teologia trinitaria. Storia, metodo, prospettive, EDB, Bologna 2000, 158-197.
M. BORDONI, Gesù di Nazaret Signore e Cristo. III. Il Cristo annunziato dalla Chiesa, Herder-PUL, Roma 1986: Sez. I: cap. II (71-167), cap. V (273-451), cap. VI (455-549).
B. SESBOÜÉ, Gesù Cristo l’unico Mediatore, 1, Paoline, Cinisello Balsamo 1990.
La redenzione nella morte di Gesù. In dialogo con F.G. Brambilla, a cura di G. MANCA, San Paolo, Cinisello Balsamo 2001.
Il corso intende in una prima parte prendere in esame i ‘disagi’ contemporanei di fronte al paradosso cristiano dell’Incarnazione, nel passaggio dalla modernità alla post-modernità. Si passa poi alla seconda parte centrale del corso, dove a livello contenutistico vengono sviluppati in tre sezioni i seguenti temi.
1. Rilettura del dato biblico sull’Incarnazione con particolare attenzione al nesso tra questo evento e il mistero pasquale. L’Incarnazione rappresenta, per così dire, un termine di arrivo, che dal punto di vista noetico fa seguito al primum datum che risiede nel significato da attribuire all’evento di Gesù morto e risorto. Di qui si risale al significato in sé di quell’evento. Colui che si è offerto per noi è il ‘preesistente’ che ha preso carne. Il descensus si comprende attraverso i linguaggi di kenosis e di esaltazione.
2. Si passa poi ad operare un’ermeneutica di alcuni asserti dogmatici, soprattutto la questione della “comunicazione degli idiomi” e la condizione “en-ypostatica” dell’umanità di Gesù con particolare riferimento al Concilio Costantinopolitano II. Entrambi i problemi risultano essere di grande attualità soprattutto per le derive di visioni (an-ypostatiche) che di fatto liquidano il linguaggi (e la realtà) di incarnazione e preesistenza.
3. In una terza sezione si approfondiscono a livello sistematico i presupposti dell’evento dell’incarnazione, tenendo presenti le sfide del nostro tempo. Ciò comporta una visione trinitaria del mistero di Dio e l’unità del suo piano salvifico. L’incarnazione viene considerata come compimento del processo rivelativo di Dio come persona. Traspare a questo punto il legame rivelazione-incarnazione con importanti ricadute per quanto riguarda la dottrina della “persona” e dell’essere umano come persona in Cristo. Infine la dottrina dell’Incarnazione, così come viene proposta, fa risaltare l’autentica unicità salvifica costitutiva di Cristo rispetto alle diverse forme dell’odierno pluralismo religioso.
Bibliografia
M. BORDONI, Gesù di Nazaret Signore e Cristo. III. Il Cristo annunziato dalla Chiesa, Herder-PUL, Roma 1986, Sez. III (761-971).
N. CIOLA, «Disagi» contemporanei di fronte al paradosso cristiano dell’Incarnazione, in Path 2 (2003), 443-471.
A. COZZI, Il Logos e Gesù. Alla ricerca di un nuovo spazio di pensabilità dell’incarnazione, in La Scuola Cattolica 130 (2002), 77-116.
N. CIOLA, Gesù Cristo Figlio di Dio, Borla, Roma 2012, Cap. II, par. 5 (128-152).
Materiale Docente
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